Con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili russi e proteggere il mercato dagli shock improvvisi, l’8 marzo scorso la Commissione Europea ha presentato REPowerEU, l’azione comune europea per un’energia più accessibile, sicura e sostenibile.
Nel documento, atteso ben prima dello scoppio della guerra russo-ucraina, Bruxelles si concentra sulla riduzione degli approvvigionamenti dalla Russia, varando un mix di misure: diversificare le rotte di importazione del gas, riempire e incrementare gli stoccaggi, investire in fonti rinnovabili e ridurre i consumi.
La Commissione presenta linee guida per gli Stati Membri da applicare nell’attuale emergenza (possibilità di prezzi regolati) ed indicazioni per tassare gli extra profitti dei produttori di energia che hanno beneficiato dell’impennata dei prezzi.
L’allegato 2, in particolare, stabilisce che le misure fiscali, che gli Stati Membri possono eccezionalmente applicare agli extra profitti elettrici, siano comuni e non discriminatorie, siano mosse dal principio redistributivo di ridurre l’impatto dei prezzi sul consumatore finale e non incidano sulla formazione dei prezzi elettrici sulla base dei costi marginali espressi dalla curva di merito, per salvaguardare l’efficienza del mercato elettrico.
La tassazione sui profitti extra dovrebbe:
– avere durata limitata, non oltre il 30/06/2022, e non essere retroattiva;
– essere applicata agli impianti che godono di qualunque tipo di incentivo;
– essere applicata a qualunque fonte di generazione (rinnovabile e non).
A breve assisteremo alle reazioni degli Stati Membri alle indicazioni di REPowerEU: si attende quella dell’Italia, in particolare, che con il DL del 22/05/2022 n.13 ha già adottato misure di contenimento degli extra profitti. Le misure italiane infatti si discostano dalle raccomandazioni europee incidendo solo sull’energia rinnovabile per il periodo febbraio-dicembre 2022.
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